Food illusionism

Cosa vediamo quando guardiamo ciò che mangiamo? Semplice: qualcosa che prima era vivo e che è stato “sacrificato” per tenerci in vita. Animale o vegetale che sia. Elaborato o non elaborato che sia. Può essere una visione cinica, ma che esprime la realtà. Una realtà che per vari motivi è addolcita dall’enfasi gastronomica che la nostra società ha costruito attorno al cibo.

 

La scelta alimentare è determinata da molti fattori individuali che si formano nel corso della vita e da esigenze contingenti quali necessità, urgenza, scarsità, disponibilità, accesso, geografia, conoscenza, sviluppo scientifico… ma anche dall’influenza della pubblicità e dei gruppi animalisti e ambientalisti.

 

Su quest’ultimo punto, quello delle associazioni a favore o contro qualcosa, si moltiplicano ormai quotidianamente appelli e argomentazioni su questioni verosimili, costruite “ad arte” per creare il tipo di sensazioni che portano al “dubbio”.

Cioè, quei messaggi che agiscono esattamente come fa l’illusionista che, nei suoi spettacoli, dirige l’attenzione e i pensieri del pubblico in modo così abile da non sembrare di farlo, producendo così l’effetto complessivo di trovarsi di fronte a una “magia” anziché a un trucco. Ma il trucco c’è sempre ed è abilmente camuffato.

 

Oggigiorno un numero significativo di persone si unisce in associazioni che lanciano allarmi su vari aspetti dell’ambiente che sono generalmente condivisibili, ma quando si entra nel campo dell’alimentazione umana è anche necessario essere pragmatici e intellettualmente onesti.

Come possiamo aspettarci che il nostro nutrimento consista in esseri che non sono senzienti? Non esiste nella creazione qualcosa di già morto o inanimato e tuttavia organico e destinato dalla volontà divina al nostro nutrimento. Dobbiamo procurarci il cibo, e in genere lo otteniamo da coloro che hanno scelto di farlo tramite commercio: agricoltori e allevatori.

 

Il termine senziente viene utilizzato per creare sensi di colpa solo in coloro che mangiano animali, diffondendo campagne con un messaggio iniziale di questo tipo:

 

“… Ti sei mai chiesto cosa direbbero gli animali se potessero parlare? ecc…”

 

Incipit come questo preludono a narrazioni intrise di descrizioni che drammatizzano un processo che, in effetti, è purtroppo necessario perché le persone abbiano cibo e che in realtà avviene secondo regole anche molto rigide e orientate a un generale rispettoso principio e a cui capita che qualche criminale disonesto non rispetti. Capita. Il problema è che quando capita, si innesca un meccanismo distorcente che generalizza che “sono tutti disonesti”. Ma non lo sono. Tornando alla frase che ci chiede di chiederci cosa direbbero gli animali se parlassero, potremmo tranquillamente usarla sostituendo i soggetti:

 

“… Ti sei mai chiesto cosa direbbero le piante se potessero parlare? ecc…”

 

E non cambierebbe il pensiero a cui la sentenza conduce, se non per il fatto che questa volta sarebbe rivolta ai vegetariani, indipendentemente dal loro livello di fondamentalismo.

 

Certe immagini e contenuti scatenano dubbi interpretativi nelle menti più culturalmente fragili e intellettualmente confuse. E questo riguarda solo uno degli aspetti (tra i più gravi) dell’abuso che troppo spesso viene fatto da chi diffonde contenuti artefatti. Perché poi ci sono anche i bugiardi, i deliranti, gli omessi, i “neo” qualcosa, gli adulatori, i distratti… che stanno alla comunicazione equa tanto quanto i vegani stanno agli hamburger (di carne).

È importante che ci siano dei punti di riferimento istituzionali, ma anche serietà, intelligenza, buon senso e onestà delle persone che governano e operano in ogni settore, e che questi siano chiaramente individuabili, realmente raggiungibili e soprattutto disposti a relazionarsi con le persone semplici, i consumatori, se non altro perché è il consumatore che giustifica l’esistenza di ognuno di loro.

 

Poiché nutriamocidibuonsense (il blog che state leggendo) è dedicato -indipendentemente- al settore avicolo riteniamo utile e corretto elencare, per i più curiosi, le sigle più importanti che operano nel settore rappresentando gli allevatori avicoli:

 

In Italia e in Europa, ci sono diverse organizzazioni e siti web affidabili coinvolti nella diffusione di informazioni verificate nel settore avicolo. Tuttavia, sono tutte organizzazioni che si rivolgono principalmente a un pubblico professionale, poiché il pubblico dei consumatori non ne è a conoscenza.

Ecco alcuni dei più attivi e riconosciuti. NB: Troverete anche i nostri due blog menzionati in quanto operano da tempo con la funzione di trasmettere le informazioni corrette che altre organizzazioni rappresentative del settore fino ad oggi non hanno ancora prodotto e diffuso :

In Italia

IZSVe (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie)https://www.izsvenezie.it     – ​​fornisce informazioni scientifiche e aggiornate sulla salute degli animali, compreso il settore avicolo, con dati verificati.

Ministero della Salutehttps://www.salute.gov.it

Unaitalia (Unione nazionale filiere agroalimentari delle carni e delle uova)https://www.unaitalia.com

Coldiretti (Confederazione Nazionale Agricoltori Diretti) – https://www.coldiretti.it

Nutriamoci di buonsenso ( la risposta italiana alle bufale sul settore avicolo )https://nutriamocidibuonsenso.it/

 

In Europa

EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare)https://www.efsa.europa.eu

ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie)https://www.ecdc.europa.eu

FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura)https://www.fao.org

AVEC (Associazione europea dei produttori di pollame) – https://www.avec-poultry.eu

IPC (International Poultry Council) – https://internationalpoultrycouncil.org/

MAC – More About Chicken (Miti, bugie, verità e altro sul pollo) – https://moreaboutchicken.com/